Un amico OM , purtroppo deceduto qualche anno fa' , aveva ormai da tempo lasciato sul terrazzo una bellissima TH6DXX ...... (le foto si ingrandiscono cliccandoci sopra)
L'occasione si e' presentata quando una parente preoccupata per le condizioni del traliccio e
della stessa antenna pericolante , mi ipotizzava l'idea di tirarla giu'.....
"se riusciamo a staccarla te la puoi tenere !!!???" Voi cosa avreste fatto ??????
Quattro giorni di intensa attivita' hanno fatto si di avere la meglio sulla "bestia" che incombeva
pericolosamente sul terrazzo appena lustrato di bitume.
Breve cronistoria :
il traliccio si presentava in pessime condizioni , 9 metri di altezza , ruggine a iosa , difficolta'
di stare in piedi sulla sommita' per via del ridotto spazio tra i fianchi dello stesso , tiranti in acciaio arrugginiti e puntualmente rottisi alla prima sollecitazione.
Si e' deciso di procedere per gradi :
1) controventatura del traliccio con corde in nylon
2) utilizzo di una scala in alluminio di circa 11 metri da affiancare al traliccio per agevolare
la salita e le operazioni
3) generosa carrucola e generose braccia per ammainare il tutto
Controllato che tutto fosse a posto mi avventuro sulla scala ed iniziano le prime imprecazioni !!
I bulloni della staffa centrale cono un ammasso di ruggine... che fare ???? Provare a forzare
con una grossa chiave a cricchetto o tagliare ?? Vada per la seconda.
Mi assicuro al traliccio che controventato mi dava sicurezza della tenuta, posiziono la carrucola con la corda per la discesa della "BESTIA" ed armato di seghetto inizio a tagliare il primo dei sei bulloni.
Tutto sembra filare liscio fino al taglio del secondo bullone.
Al terzo bullone "MERAVIGLIA" l'antenna rimane ancora ancorata saldamente al mast !!!!
Dopo varie peripezie forzando un po' , la staffa di distacca dal mast e finalmente l'antenna e' sulla corda pronta per la discesa.
Finalmente ormai "accolta" da otto braccia l'antenna viene adagiata sul terrazzo e ci predisponiamo per disassemblarla..... cosa non facile !!!!! Ogni bullone e' ovviamente arrugginito e ad ogni colpo di chiave si rompe e si va avanti di seghetto per delle ore.
Resoconto : dita sbucciate , pioggia che si e' presentata ovviamente durante le fasi finali , fatica per riportare tutto giu' in macchina e successiva risalita al mio qth.
Adesso viene il bello ... le condizioni sono quelle di un'antenna che sta li da circa 30 anni , mai manutenzionata e con tutte le parti in plastica totalmente scottate dal sole e dalle intemperie. E' presente una notevole quantita' di ossido di alluminio e decido di pianificare l'attacco.
Primo passo :
Ordino alla Hy Gain il set di ricambi in plastica ancora presente in catalogo per la cifra di circa 30 dollari ma mi chiedono ben 128 dollari di UPS e decido che non e' il caso !!
I cappucci delle trappole li realizzero' al tornio con del tondino in nylon che per fortuna qui da me si trova facilmente.
Secondo passo :
devo separare i tubi innestati e ci riesco abbastanza facilmente anche se la giunzione va ripulita dall'ossido di alluminio che si e' nel tempo formato.
Terzo passo :
Aprire le trappole , sfilare le bobine , pulire alla perfezione i componenti , ricreare un contatto certo e richiudere per tutte le otto trappole presenti.
Al momento posso solo ringraziare gli amici Enzo e Paolo per il preziosissimo sostegno fornitomi , mio padre (direttore dei lavori) che ai suoi 82 anni regge ancora bene la terrazza , l'amico Alessando per il cinturone anticaduta e mia moglie Ale che come fotografa si comporta sempre bene.
Ci rivedremo con altre foto ed info tra qualche giorno. 73 Sebastiano
Eccomi qua con altre foto..... qui si vede una delle trappole dei 10 metri aperta quindi privata del tubo condensatore ed ovviamente lo strato di ossido e' visibilissimo come lo e' all'interno del tubo condensatore (foto seguente)
A questo punto e' bene fare quattro chiacchiere sull'alluminio ed i suoi ossidi.
L'ossido di alluminio e' il prodotto dell'ossidazione naturale dell'alluminio e viene generato anche dall'esposizione delle nostre amate antenne agli agenti amtosferici ; ora il problema e' che l'ossido di alluminio sembra sia un efficace dielettrico quindi un isolante , in piu' ha una durezza prossima a quella del diamante ed e' quindi abbastanza difficile rimuoverlo.
Io ho agito cosi' : per la pulizia esterna dei vari elementi , delle spire delle bobine e dei condensatori ho usato della normalissima paglietta per falegnameria che ha reso le superfici nuovamente brillanti mentre per la rimozione di ossidi e' stato necessario trovare una spazzola rotante di tipo "SCOTCH BRITE" che a differenza della normale spazzola rotante in ferro non brucia l'alluminio (provare per credere).
Per alcune zone non raggiungibili con la spazzola grande ho utilizzato la "SCOTCH BRITE" per il Dremel.
Per il rifacimento certo e la protezione dei contatti tra bobina e sostegno in alluminio ho ritirato una confezione di NOALOX (No Alluminium Oxide) in pratica un antiossidante conduttivo specifico per il materiale.
Il materiale utilizzato per la costruzione bobina e' il filo di alluminio diametro 3,5 mm e per il ripristino ho deciso di procedere per gradi ;
1) ho svitato i bulloncini che assicurano il contatto con il tubo di alluminio (ovviamente ossidati)
2) ho sfilato la bobina per poterla pulire sia nella parte interna che in quella esterna
3) ho infilato nuovamente la bobina nel supporto , proteggendo i contatti con del NOALOX
4) ho pulito l'esterno e l'interno del tubo condensatore aiutandomi con il fido dremel
5) ho rimontato la trappola con l'aggiunta dei cappucci in nylon ordinati da MILAG e in brevissimo tempo ricevuti a casa.
Qualche giorno di passatempo tra trapani , dremel , pagliette , lubrificanti ed il gioco e' fatto.
Di seguito alcune foto dell'interno delle trappole pulite.
Tra qualche giorno pubblichero' quelle del lavoro finito (almeno per le trappole)
A presto ..... 73 Sebastiano